IV Convegno internazionale di archeologia sperimentale

2 Apr 2014 | Eventi, Mostre e Convegni

Il metallo come misura della ricchezza

Sin dalle origini il metallo ha avuto il significato di potente in dicatore di potere e di ricchezza. Lo rendeva tale la sua scarsità e la necessità, per ottenerlo, di conoscere i segreti tecnologici che permettevano sia di ricavarlo dai minerali, che di lavorarlo.
Il suo colore poi e la sua lucentezza, che ricordava quella degli astri, facevano gli oggetti in metallo pregiati e ricercati, appannaggio dei capi, sia civili che religiosi, da coloro quindi che, come Dei, esercitano il potere sulla terra. Ancora oggi sono realizzati in metallo i simboli di totere: si pensi alle corone e agli scettri che costituiscono il simbolo stesso della regalità e che sono fabbricate in oro o in platino. Inoltre i ricchi e i potenti da sempre esibiscono manufatti in metallo pregiato (orologi, spille, vasellame, ecc.) come segno di superiorità sociale e economica.

Già nelle prime età dei metalli sono attestate forme di accumulo e di scambio di lingotti, di armi, ornamenti e di strumenti. Il rame e il bronzo della preistoria, così come l’oro di oggi distinguevano la gente comune dai potenti e dai ricchi. Le comunità (così come i singoli individui) che erano riuscite ad accumulare una maggiore quantità di metallo erano in situazione nettamente privilegiata rispetto alle altre.

La brama di possedere metalli preziosi è sempre stata tale che fin dall’antichità non mancarono dei tentativi di ottenerne a partire da quelli meno pregiati, attraverso la magia e l’alchimia.
La moneta – che per millenni è stata realizzata, non a caso, in metallo – non è che una manifestazione, peraltro relativamente recente, di prestigio posseduto dal metallo.

Essa fa la sua prima apparizione intorno alla fine del VII secolo a. C. nelle colonie greche dell’Asia Minore, e rappresenta la soluzione di un lungo processo economico e sociale in grado di assolvere a esigenze di scambio ad ampio raggio. Il traffico di merci e manufatti, infatti, non poteva più soddisfare la complessa economia sviluppatasi nel mondo antico nell’ambito di un mercato a largo raggio, non da ultimo per la deperibilità di alcuni prodotti. Tra Preistoria e prima età storica si situa una fase definibile come premonetale, in cui il metallo, utilizzato in varie forme e frazionabile in base al peso, costitutiva un efficace mezzo di commercio.L’incontro di studio è focalizzato sulle tematiche scientifiche relative all’impiego del metallo come indice di ricchezza e potere e alle tecnologie connesse.

Ampio spazio, naturalmente, sarà riservato alla sperimentazione e alla didattica, come nello spirito e nella tradizione degli incontri di Archeologia Sperimentale sinora tenutisi nel centro Antiquitates.
Una giornata sarà infine dedicata ad un tipo di materiale antico scoperto solo recentemente, il “cermet” (dall’unione delle inizaiali delle parole “ceramica” e “metallo”), che è stato osservato per la prima volta recentissimamente su alcuni particolari reperti archeologici indonesiani provenienti dal sito di Gua Made (Giava). Tali oggetti d’arte, raffiguranti verosimilmente divinità e antenati, sono realizzati in un materiale, il “cermet” che ha le caratteristiche tencologiche della ceramica, ma l’aspetto, il valore e il pregio simbolico del metallo.